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Una curiosità

Daniele Marchesani • 4 ottobre 2022
Sto notando che molte persone, dopo i risultati delle elezioni, temono un ritorno al fasciscmo. C'è chi prevede addirittura scenari apocalittici a causa del nuovo governo che si formerà a breve. Ma di cos'è che avete paura esattamente? Di non essere più liberi di uscire di casa o di dover mostrare un'autocertificazione per farlo? Avete per caso paura di dover presentare un lasciapassare per andare al lavoro, al ristorante, in discoteca o per viaggiare? Temete che chiudano scuole, palestre, cinema o teatri? Che mettano il coprifuoco o che qualcuno vi prenda a manganellate se scendete in piazza per difendere i vostri diritti? Avete paura che sorga un governo che calpesti la Costituzione e decida tutto da solo bypassando il parlamento? Beh, sì, sono preoccupazioni legittime, ma avrei un'ultima domandina per tutti voi: Dove cazzo avete vissuto gli ultimi due anni ???
Autore: Daniele Marchesani 9 agosto 2024
I paesi europei vengono invasi, le ricchezze depredate ed i paesaggi deturpati. La società è stata schiavizzata prima ed imbarbarita poi, la cultura degli italiani è stata volutamente cancellata, la gioventù penalizzata e mal istruita, portata tra l’altro a credere che votare oggi, possa essere ancora rilevante ai fini della nostra sovranità, eppure, ciò, non è avvenuto per puro caso. Ci troviamo dentro ad un sistema totalitario che si chiama Europa, una Unione perversa, matrigna, materialista ed architettata come la più grande trappola normativa che si regge sulla truffa legalizzata dell’euro e di un fantomatico debito pubblico, creata proprio con l’intento di depotenziare poco per volta, la sovranità ed i diritti umani delle nazioni aderenti. Far parte dell’Unione Europea oggi, significa prestare il fianco ad infiniti e incessanti colpi bassi. E ad essere colpite sono state le economie dei paesi, le identità etniche, le tradizioni millenarie e tutto ciò, ha portato ad una sola ed inevitabile conseguenza: Il vecchio continente è stato spappolato e messo definitivamente in ginocchio. Una volontà ferma, ferrea e dettata dal nuovo ordine mondiale, di fondamentale importanza per l’instaurazione di nuove regole e direttive che possano portarci entro il 2050, ad un governo centrale, una moneta unica, un idioma comune ed anche una religione universale in un generale quadro di decrescita felice, transumanesimo ed ovviamente, iper-sorveglianza. Le élite globaliste, del resto, detengono immensi capitali, grazie ai quali controllerebbero la finanza, i governi, i media e persino la magistratura. Sono loro, insomma, i registi delle sorti umane, ma, nonostante ciò, temono fortemente che, se l’incremento demografico procedesse ai ritmi attuali, entro un secolo, le risorse idriche, nutritive ed energetiche della terra, potrebbero scarseggiare e proprio loro, gli eletti, o se preferiste, gli illuminati, rischierebbero di ritrovarsi in serie difficoltà. Nessun problema, ecco che per scongiurare tale sciagura, si sono da subito organizzati ed hanno deciso di configurare una vera e propria depopolazione del pianeta terra. Astuti e spietati, obbediscono ad una logica luciferina e ci attaccano su più fronti, contemporaneamente. Hanno adottato strategie assai articolate e pressoché infallibili che applicano con abilità chirurgica come l’abolizione della sovranità monetaria, la generazione di un debito pubblico con la derivazione di un conseguente incremento della pressione fiscale, la delocalizzazione della produzione, l’alimentazione di una sempre più crescente disoccupazione, la vergognosa svendita dei gioielli del nostro patrimonio industriale pubblico, l’introduzione di cavilli burocratici e vincoli di bilancio, l’incremento dei tassi di interesse e poi lo spread, l’inflazione, il pnrr, la ratifica del Mes, l’agevolazione dell’immigrazione clandestina, del malaffare e la malavita organizzata, la corruzione dilagante, l’invio di armi in Ucraina, l’emissione di sanzioni ed embarghi autolesionistici ed i rincari dei costi di gas ed energia. Solo alcune delle strategie adottate, che in realtà sembrerebbero addirittura sufficienti affinché il loro piano possa essere perfettamente funzionante e passare addirittura per inosservato. Diremmo che è una questione legata alla crisi economica mondiale, daremmo colpa alle tante guerre che impoveriscono l’intero pianeta, insomma, per usare un termine che odio (normalità) ci verrebbe da commentare con la solita stupida frase: "è normale in questo periodo storico". E invece non lo è. E non solo non lo è, non si riduce solo a questo il loro piano strategico e ben elaborato in ogni dettaglio. C’è dell’altro? Ma certo, siamo solo all’inizio. Avviare una depopolazione consiste anche nell’affinare un accuratissimo sistema che possa in un qualche modo rallentare la natalità ad esempio. Ed allora, via libera ai finanziamenti a favore dei movimenti femministi che possano schernire il genere maschile, boicottare la famiglia, sbriciolare il principio di autorità ed affossare la figura paterna con il sostegno dell’industria, della cultura, dell’intrattenimento e poi suggerire e promuovere le adozioni internazionali, educare al consumismo, santificare gesti estremi come l’aborto, incoraggiare al divorzio, l’omosessualità, gli uteri in affitto, gli scambi di coppia, sdoganare la pornografia e mille perversioni sessuali (pedofilia inclusa), catechizzare i bambini all’ideologia gender sin dalla scuola materna, mettere in ridicolo la sacralità delle tradizioni e fare saltare qualunque diga morale. Adesso cominciamo ad avere un po’ tutti gli ingredienti per mettere in piedi un vero e proprio piano diabolico, anzi, io direi satanista, lo trovo decisamente più appropriato. Credete forse debba essere aggiunto dell’altro? Può già bastare così? Beh, sì certo, d’altronde le maggioranze non hanno mai capito nulla di quello che viene continuamente tramato alle nostre spalle, però, mi tocca deludervi, d’altronde, una vera e propria depopolazione necessità di qualche metodo leggermente più invasivo rispetto a ciò che abbiamo visto nelle righe precedenti. Come si può ad esempio minare direttamente la salute dei cittadini? Tutti, indistintamente, che siano uomini, donne o bambini, per non parlare degli anziani. Non implica grossi sforzi mentali questo piano e qualora non lo si fosse ancora capito, sembra molto più semplice di quanto possiamo pensare. Potremmo, tanto per cominciare, smantellare la sanità pubblica, poi verifichiamo e ci accertiamo di continuare a possedere il monopolio del tabacco, magari (ma questa è una mia personalissima chicca) aggiungendo nei tabacchi, sostanze che aumentino la dipendenza, non è geniale? E poi, beh si, ci basterebbe far passare l’eutanasia come una decisione del tutto normale, vendere qualche kit per il suicidio online, continuare ad agevolare il traffico delle droghe, portare la gente ad aumentare il consumo di alcool, ad usare psicofarmaci come se fossero dei comuni medicinali, trascinare i giovani ad avere dipendenze da social e disincentivare la socialità, accrescere l’inquinamento acustico, ambientale, idrico, chimico, elettromagnetico e radioattivo e poi immettere magicamente in commercio alimenti contenenti ormoni, antibiotici, coloranti e metalli pesanti, perché no? Trascurare la manutenzione delle strade e delle autostrade in modo da far crollare un ponte qua e là, e non badare nemmeno alla pulizia dei letti fluviali, in modo tale da avere esondazioni molto più facilmente. Imporre dittature sanitarie e confinamento, approvare protocolli criminali facendo credere che i morti siano causati dalla pandemia e non per mezzo delle nostre mani, e per questo, scoraggiare le autopsie, vaccinare a tappeto con sieri ad Mrna e disseminare il territorio di bio laboratori specializzati nella manipolazione e lo sviluppo di virus altamente patogeni, e forse ora sì avremmo pensato davvero a tutto. Un piano perfetto e assolutamente assecondato e condiviso dalle moltitudini ignare. Diciamola breve e stringata, e mi scuso da subito con la percentuale degli elettori che hanno sprecato il loro prezioso tempo recandosi alle urne per dare una parvenza migliore ed accettabile al parlamento europeo nei giorni dell’8 e del 9 giugno di questo 2024, l’Unione Europea si fonda su un’ideologia di morte, che costringe i popoli a scelte suicide e lavora per sfornare individui sempre più deboli, vecchi, poveri, malati e non ribelli, così da spingerli senza fatica, verso il baratro dell’estinzione, al di là di chi si trovi in quel preciso momento a rappresentare gli italiani all’interno di quelle aule. I despoti del pensiero unico, ci chiedono insomma, di scavarci la fossa da soli, che vogliate o non vogliate crederlo, che vi definiate complottisti o meno, a loro del resto poco importa. E se gli obiettivi dell’Europa non fossero questi, come si spiegherebbe questo accanimento contro di noi? Se chi governa avesse a cuore il nostro benessere, potrebbe davvero aver commesso una tale sfilza di errori madornali senza averne mai imbroccata una giusta nemmeno per sbaglio e sempre a nostro svantaggio? L’Europa è una creatura artificiale, dalle sembianze mostruose, data alla luce dal delirio di onnipotenza dei banchieri cosmopoliti e priva di valori e completamente avulsa dalla complessa realtà etnica, linguistica, storica, antropologica, artistica e religiosa che le è dovuta e dentro a questa Europa, mi dispiace doverlo evidenziare, per noi, non c’è alcuna via di scampo, non c’è salvezza, siamo nelle mani del nostro nemico, è proprio dentro a quel palazzo che si annida il nostro nemico, così è. Abbiamo ancora la speranza dalla nostra parte, c’è rimasta giusto quella, la possibilità di maturare tutti insieme questa consapevolezza profonda per non vanificare le nostre tante battaglie. Disunirci e sprecare energie in tanti piccoli rivoli di protesta, non porterebbe a nulla, poiché il vero bersaglio da centrare, è solo uno.
Autore: Daniele Marchesani 26 luglio 2024
Diritti, opinioni, sovranità popolare, non possono essere dimenticati in un cassetto, non sono sogni, non sono desideri è ciò che, come minimo, ci meritiamo. No, non sono d’accordo, e se non lo hai capito te lo ripeto all’infinito. Non sono d’accordo con questo Stato amico di uno Stato genocida, non mi sento rappresentato da un Presidente losco e dalle strane concezioni e resisto, e dunque esisto. E voi che fate? Non pago il pizzo ad uno Stato che si limita ad estorcermi i risparmi, non mando soldi per annientare un paese che considero amico e non mi lascio incantare da dittature con la maschera della democrazia e continuo a pensare con la mia testa, continuo ad ascoltare il mio cuore, se disobbedire vuol dire ribellarsi, io ci sono e sono in prima fila perché esisto e dunque resisto. E voi che fate? E non ci credo che per ottenere la pace serva usare la forza, l’oppressione e lo spargimento di sangue e non credo ai mostri descritti dalla propaganda, articoli che si sprecano al servizio dei padroni e alle loro cazzate, non credo ai loro occhi, alle loro fredde espressioni, ai finti benefattori e le lobby del male. Non credo alle facili conclusioni come “è sempre successo” oppure “è la normalità”, sono ingannevoli slogan usati per mantenerci dormienti difronte ai crimini a cui l’umanità, è sottoposta ogni giorno. Non credo alla scienza se è una scienza di Stato, che debba rimanere segreta e che non accetti il contraddittorio, non credo ai politici che dalla galera passano ad occupare un posto nella sede del parlamento europeo, non credo perché penso, sono vivo, esisto e dunque, resisto. E non accetto morali, farmaci di massa, lasciapassare, digitalizzazioni globali, non accetto di dare il mio voto a nessun teatrante e rifiuto e ripudio l’OMS, il World Economic Forum, la Nato, l’Unione Europea, il Vaticano e questo Paese corrotto, che ci considera solo quando dobbiamo pagare le tasse e invece, le dovremmo evadere, perché evadere vuol dire uscire da un sistema architettato per limitare i nostri diritti e di conseguenza la nostra libertà. Non sono uno schiavo e non mi sta bene, e se disobbedire vuol dire rivoluzione, io sarò in prima linea, perché se non fosse abbastanza chiaro, esisto, e dunque, resisto! E voi che fate? Ops, scusate, eravate sintonizzati su Temptation Island?
Autore: Daniele Marchesani 16 luglio 2024
E’ vero, lo penso, credo di essere forte, di sapermi reggere sulle mie gambe, di resistere e di lottare, di non avere paura e di saper soffrire – La solitudine non mi incute alcun timore, per me è solo un momento indispensabile come l’amicizia e l’amore, serve a riflettere, a ricaricare le proprie energie fisiche e mentali, è una cosa sacra e più che solitudine la definirei come una sorta di ritiro interiore, o se preferite, spirituale, dal valore incommensurabile, prezioso e fondamentale per il mio essere e per la mia esistenza. Non mi lascio condizionare dalle masse, conservo il mio pensiero e le mie opinioni senza lasciarmi influenzare e ogni volta lo faccio con la tenacia e la convinzione che mi contraddistinguono, ma non mi nascondo quando sbaglio e so riconoscere i miei errori, i miei passi falsi e so chiedere scusa. La mia vita è piena ed ho imparato che la felicità non può essere a tempo indeterminato, ma che bisogna saperla cogliere al momento giusto e non è fatta di cose materiali, ma di emozioni, non la puoi toccare, ma la puoi vedere, la puoi ascoltare, la puoi sentire e puoi annusarla nell’aria, perché è proprio dalla semplicità che nasce la felicità. Nel mio cuore non c’è molto spazio e in esso conservo ricordi, amori passati e amori recenti, i valori imparati ed i valori trasferiti, un cuore che se ti si chiude in faccia, resta chiuso per sempre. E’ per lui che so piangere senza dovermene vergognare e so amare senza dovermi risparmiare. La mia anima è zingara, infedele e vaga senza sosta portandomi fragranze di paesi lontani, profumi e spezie, il sale marino ed il vento fresco delle montagne caucasiche, ma soprattutto lasciando i segni sulla mia pelle ogni volta che fa breccia in me. E la pelle cambia tono, cambia colore, cambia la sua forma e la sua elasticità, ma di buono sino ad oggi e da qui in poi, è che nessuno potrà mai togliermi la mia libertà.
Autore: Daniele Marchesani 4 aprile 2024
La terra trema, il cielo si capovolge, l’orizzonte si deforma, o forse è solo la spiacevole forma di non appartenenza che ogni tanto si manifesta con la consueta prepotenza e mi porta ad avere un certo disinteresse per le cose materiali e le persone. Ma certo, lo vivo solo io questo cambiamento, lo avverto io questo profumo nell’aria, inebriante, coinvolgente, delicato come un incenso appena acceso e con il solo scopo di purificare mille anime ansiose e smaniose di riprendersi quello che loro credono gli sia stato tolto. E’ solo un’ora della mia esistenza, un’ora che non mi sfuggirà di mano, un tempo circoscritto e dentro al quale, non smetterò di essere me stesso. Qui, seduto al tavolo di un bar in una vecchia corte, tra il via vai dei passanti, in un paese del quale non ricordo il nome, ma se chiudo gli occhi, allora cambia tutto. Mi sento leggero, non sento più nemmeno il gorgogliare dell’acqua della fontana di una piazza semi deserta, è dolce questa spensieratezza e tanto discreta e rispettosa, da farmi emozionare. Sto bene, si dice, ma a volte è solo un modo di dire e adesso lo so, perché se penso a quanto mi sento leggero ora, mi convinco di quanto poco sia rilevante il corpo. Non sento la fatica, non sento il dolore, non sento il piacere, non sento paure, ma la musica sì. Proviene da una finestra lontana, è il suono di un pianoforte che, lo so, suona per me, sì, lo so. Ma quest’ora è ancora lunga, ed ora, percepisco improvvisamente il profumo del tè, ne sono certo, non sono più seduto al tavolo del bar, sento l’aumentare della folla, una lingua che non conosco, sembra arabo, ma non ne sono certo, poi una ragazza chiede informazioni in inglese e poi arrivano richiami melodici e spirituali, dev’essere l’ora della preghiera, devono essere richiami che provengono da tre, quattro o forse più minareti lontani. E’ solo un’ora e forse l’ultima, forse, soltanto la prima di questa nuova dimensione, ma non ho tempo per pensarci e vedo, pur mantenendo gli occhi chiusi, il materializzarsi di una moschea, proprio davanti a me. I toni si abbassano, la gente parla sottovoce e l’eco dei bisbigli mi trasmette la consapevolezza, ora, di trovarmi all’interno della moschea, in un ambiente immenso, perfetto in ogni suo particolare e da mille vetri ornamentali e colorati che ne esaltano la spiritualità. Mi sento grande e allo stesso tempo vivo, mi sento presente pur non ricordando il mio volto, mi lascio trasportare da una tiepida brezza, vibro, mi innalzo, poi plano, nessuna voce, solo un azzurro intenso, la schiuma, il vapore, l’immensa spiaggia fredda e… il suo conto signore.
Autore: Daniele Marchesani 12 marzo 2024
Un’altra storia inizia quasi sempre con un nuovo viaggio, un nuovo viaggio ha per me un unico scopo: imparare. Imparare attraverso la conoscenza di nuove culture, di nuovi panorami, acquisire informazioni attraverso i sensi, esplorare territori con le proprie forze e conservarne il ricordo, nel cuore e nella mente, nitido, come una foto in alta definizione, colorato, come un’opera d’arte da gustarsi nel silenzio senza alcuna distrazione. E lo sapevo, anche questa volta, non sarei andato incontro a delusioni, se c’è una terra specializzata in insegnamenti, quella è l’Andalusia. Una terra che, come poche altre, sa arrivare attraverso ogni mia percezione sensoriale. Diretta, senza essere invadente, elevando la mia spiritualità a tal punto da farmi toccare con mano ogni singola emozione. Malaga è unica, non ti guarda negli occhi, ma ti rimane accanto finché vuoi, Malaga sa come prendermi, mi conosce ancor prima che io mi presenti, conosce i miei pregi, conosce le mie paure, guarisce i miei difetti, rendendomi una persona migliore. Genuina lei, e delicatamente profumata di fiori d’arancio, una fragranza che mi ha colpito subito e mi ha da subito stregato; il suo caloroso benvenuto sotto i raggi del sole in Piazza della Costituzione, le sue lacrime malinconiche piovute dal cielo a lucidare il pavimento della calle, la maestosità di una cattedrale rimasta incompiuta, le orme di un giovane Picasso ancora bambino, il garrito dei verdi pappagalli tra le altissime palme, il teatro romano e la fortezza di Alcazaba e quella playa semi deserta sotto un cielo grigio, un’opera d’arte vivente, una bomboniera a cielo aperto, dove i gabbiani ogni mattina disegnano le loro traiettorie dalla città al mare. Malaga, andalusa, un po’ gitana, la tua pelle olivastra e i tuoi occhi neri, il tuo bianco sorriso ed il tuo sguardo profondo, certo schiva, ma ormai parte della mia vita…
Autore: Daniele Marchesani 27 febbraio 2024
Pensa che ingenuo, io, quando ero convinto fossi troppo anziana per capire. Ti stavo a guardare e a volte provavo compassione; se solo avessi potuto indossare per un attimo i tuoi panni, forse sarebbe bastato a vedere che in realtà, quello che non capiva nulla aveva il mio volto e tu non me lo hai mai detto. Non hai idea, quanto faccia male provare a rimediare, quando rimediare non si può. Non ho idea, di quanto ti abbia fatto male la mia indifferenza, quando l’unica cosa di cui avevi bisogno, era attenzione. Si dice che nell’aldilà ci si possa in qualche modo rivedere. Non ci sarà niente più di te, che io avrò voglia di riabbracciare. Tu mi hai insegnato con parole tue i valori ed il rispetto e anche con te, ho mosso i primi passi in un mondo che, nonna, non è più quello di una volta. Non eri abituata a ridere spesso, ma quando lo facevi, la tua risata era contagiosa e riuscivi a regalarci quello che in questo momento e su questa terra, è l’unica cosa che conta, il sorriso. Forse solo adesso penso che tu, saresti stata l’unica in grado di capirmi. Non ci far caso nonna, non meriti anche le mie lacrime, con loro me la vedo io, ora sei da un’altra parte e voglio pensarti serena, voglio immaginare ancora le tue espressioni che ricordo molto bene e non voglio permettermi di disturbarti, tu, il tuo, da questa parte del muro, lo hai fatto anche fin troppo bene, ma te lo dico subito, non sono forte come te e se da te non ho imparato, è perché forse non mi sono applicato abbastanza. Mi manchi nonna, e non pensavo mi mancassi così tanto. Tanto da sentire un forte peso, da aver bisogno di vedere ancora il tuo viso, i tuoi riccioli bianchi e sentire la tua voce e prenderti la mano, o forse, farmi prendere la mano. Vedessi quaggiù come siamo messi nonna, tu senz’altro avresti capito dal primo minuto. Non è rimasto niente di quei valori che ti parlavo, viviamo in mezzo a menzogne continue e pensa che non esiste nemmeno più libertà di pensiero, quella che tu e il nonno, vi siete guadagnati con la lotta e i sacrifici. Da queste parti conta solo il potere, il desiderio e l’avidità del denaro e non ci crederai mai se ti dicessi che in questo mondo, non sono al sicuro neanche più i bambini, e adesso ti capisco nonna, quando stanca, ti rinchiudevi nel tuo silenzio, piuttosto che sprecare energie parlando ai muri. Ti voglio bene
Autore: Daniele Marchesani 24 febbraio 2024
Le note di historia de un amor, qui, sulla Pecora Nera Radio, leggera melodia, mentre fuori piove; Continuo la lettura delle mie fake news, quelle notizie che tutti censurano e che poi si avverano. Ogni giorno, un nuovo piano per dividere la popolazione, ogni giorno, una nuova tecnica di distrazione delle masse; A volte la verità può sembrare troppo difficile da concepire, perchè quando una verità trova il modo di manifestarsi, può essere crudele e a volte fa comodo ignorarla e molte volte, si preferisce credere ad una bugia, un po' come quando ti bevi le solite scuse di un'amante infedele. Lo sai che ti prende per il culo, ma non vuoi soffrire. Non è così? E allora si trova sempre il modo di giustificare la propria frustrazione, piuttosto che prendersi le proprie responsabilità ed assumersi l'impegno con sè stessi. E' più facile arrendersi piuttosto che battersi. Troppo uno sbattimento, troppo dispendio di energie, troppa fatica. Si hanno già troppi pensieri per la testa. Decida qualcun altro al mio posto, non ho tempo di pensarci adesso...e poi alla fine, davvero qualcun altro decide per te, ma a quel punto, non te ne accorgi nemmeno. Non dovremmo dar adito, ogni singolo giorno, a qualsiasi tipo di timore, insicurezza, frustrazione, non dovremmo, no! E' vero, la verità non ci parla, non si mostra, ma si sente, e nel momento in cui tu la senti, allora la riesci a vedere. La luce è indispensabile, ma sempre, perchè possa essere fondamentale, ha bisogno di emergere dal buio. C'è poi un altro discorso e questo lo affermava Ippocrate, uno stupido qualunque: "prima di cercare la guarigione di qualcuno, chiedigli se è disposto a rinunciare alle cose che lo hanno fatto ammalare". E io? io manifesto una strana allergia, mi sento immortale in mezzo alla natura, comincio a starnutire in mezzo alla gente. Non so se esiste rimedio, per ora mi limito a prendere appunti...
Autore: Daniele Marchesani 14 febbraio 2024
Un silenzio prolungato dentro ad interminabili riflessioni, non è il sospetto il problema, sarebbe una passeggiata. Mi viene da ridere, perché è davvero sotto gli occhi di tutti, ma tanto vicino al naso, da non riuscire a metterla a fuoco, la verità. Non conto molto e non conta il mio pensiero, dentro ad uno spazio limitato che sembra persino infinito, con le bocche chiuse e gli occhi umidi, quello che rimane è l’anima, ed è l’unica cosa che conta. Vi guardo, e mi sembrate distanti, e quella distanza adesso, è l’unica cosa sacra su una terra dove il giusto è come l’albero del sandalo: profuma l’ascia che con violenza lo colpisce. E non sono le ferite, i dolori o il rancore, quello che è svanito all’orizzonte non è il sole, si chiama amore. Ve la prendete con il cielo e con l’opposizione, quando tenete il vostro culo sulla poltrona del padrone. Ve la prendete con il cielo e ve la prendete col padrone, quando la poltrona, diventa l’unica vostra ambizione. Mi viene da ridere, perché sembrate tanti attori, un po’ commedianti ed un po' drammatici, bravi non lo so, ma di certo ben pagati. E rido, perché vi basta poco, sembra quasi che tutto vi sia concesso, anche se in fondo lo sapete, la maggioranza che avete ingannato, non è la totalità. Vi piace uscire allo scoperto, mostrarvi a poco a poco e poi tornare nelle tenebre. Vi piace ottenere l’approvazione degli stolti, vi piace pensare, che qualcuno sa già tutto e non ha i mezzi per dimostrarlo. Vi siete presi tutto, lo sappiamo, le vostre offerte, non si possono rifiutare, ma chi si è venduto l’anima lo sa, ora vi appartiene. E mi viene da ridere perché ne sono certo, non esiste somma, non esiste promessa, che possa da qui alla fine, costringermi alle catene. E’ vero, poi penso a loro e se già mi sentivo piccolo, rischio ora di sentirmi una nullità. Lontani dal mio mondo, ma nella stessa realtà, c’è chi ha avuto la sfortuna di nascere nella città sbagliata. Mi sento ancora sfacciatamente fortunato, mi sento ancora padre e quell’orizzonte, per quel che mi riguarda, continua ad essere luminoso, ma mi sento in colpa. L’indifferenza davanti al dolore, è peggio di una bomba atomica, la bomba ti cancella, l’indifferenza acuisce l’agonia e sei tu, a chiedere la fine. Si dice che le preghiere, possano essere ascoltate, ma il tempo di una preghiera, equivale ad una nuova strage. E penso a loro, ancora innocenti, alle loro vite non ancora cominciate e già bruciate, ai loro sogni, al loro viso, ai loro occhi chiusi, che trovano lo stesso buio, nel quale brancola, l’intera umanità. Gli angeli di Gaza
Autore: Matteo Gracis 3 novembre 2022
Ieri mi hanno rubato la bicicletta! Riformulo: ieri mi sono fatto rubare la bicicletta. La sostanza non cambia... Non me l'aspettavo, sono rimasto sosrpreso. E' brutto quando ci viene rubato qualcosa. Ci si sente violati, fragili, impotenti. Si perde fiducia e si percepisce un senso di ingiustizia che contamina tutto ciò che ci circonda. E' comprensibile, legittimo, ma sbagliato. Così mi sono fermato un attimo a riflettere su come avrei reagito a quell'episodio prima di fare qualsiasi cosa e ho deciso di non arrabbiarmi, di non lasciare spazio a odio, rassegnazione, collera, ira e sentimenti simili, perchè so, che tutta quella roba è veleno e non ha alcun senso alimentarlo in me. Ho pensato, cazzo! Mi sono fatto rubare la bici, ma non lascerò certo che mi rubino anche il buon umore e sapete una cosa? Ci sono riuscito! Mi sono incamminato verso la mia meta senza bicicletta, ma con il sorriso sulle labbra, pensando solo a quanto coglione sono stato a lasciare il mio mezzo incustodito (anche se solo per qualche minuto). A fine giornata quell'episodio mi ha anche regalato dei pensieri positivi: non era la prima volta che subivo un furto (e probabilmente non sarà nemmeno l'ultima), ma in passato la cosa mi aveva turbato e rovinato più di una giornata. Questa volta è stato diverso perchè sono riuscito a rimanere sereno e lucido nonostante tutto e questa consapevolezza, vale più di una qualsiasi bicicletta. Non possiamo avere il controllo su tutto quello che succede a noi e intorno a noi, ma possiamo sempre decidere come reagire. E' questo che fa la differenza.
Autore: Daniele Marchesani 19 agosto 2022
Vedo un’alba timida, sento freddo, è strano, non sento un motore d’auto, non sento le solite dannate cornacchie gracchiare come sempre, un silenzio da creare il panico. Alzo la tapparella, leggera foschia, ma che giorno è oggi? Quando mi sono addormentato? E quanto tempo è passato? E poi, perché sono solo? Ancora scalzo, esploro casa mia, inciampo in uno stendino nel buio profondo del soggiorno, l’orologio in cucina è fermo sulle cinque e un quarto, il divano in sala e disfatto e sul tavolino due dita di polvere si smuovono al mio avvicinamento. Apro le porte finestre. Silenzio assoluto. Voglio uscire, voglio capire cosa mi è successo e vedo che nel giardino del cortile, le piante sono cresciute disordinatamente come quelle sul mio balcone e l’erba è alta quasi un metro. Ho paura, mi sento un sopravvissuto in mezzo ad una fine del mondo da poco terminata. Apro le ante di camera mia, cerco qualcosa da mettermi addosso e apro la porta di casa e mi ritrovo sul pianerottolo. La porta del mio vicino è spalancata, ma sembra disabitata da anni. Scendo le scale e mi trovo nel giardino condominiale, una giungla selvaggia! L’aria è strana, pesante, e non vedo anima viva, nemmeno un insetto, una farfalla o altre forma di vita. Solo un incessante silenzio! Non potete capire. E’ come se al mondo fosse stato tolto il volume, è come se stessi camminando su un’enorme fotografia. Arrivo al portone, è già socchiuso, lo apro lentamente e mi guardo attorno prima di uscire. La via è deserta anche se a quanto pare siamo in pieno inverno. Il negozio di moto accanto al portone non esiste più, la vetrina è rotta ed all’interno scorgo solo vecchie cianfrusaglie arrugginite ed una ruota di scorta, in mezzo a mille attrezzi antichi e inutilizzabili. Dall’interno del ristorante giapponese proviene un odore nauseabondo, mi avvicino con cautela al vetro e vedo all’interno dei cadaveri giacenti a terra ed alcuni addirittura seduti al tavolo. Le loro carni sono ormai in putrefazione e non riesco a distinguere se siano uomini o donne. Mi allontano terrorizzato e mi incammino. Vado d’istino in direzione dell’abitazione dei miei, seguitando a guardarmi attorno come uno psicopatico. Arrivo al bar dell’angolo, è completamente distrutto e invaso da erbacce, le sedie del dehor come i tavolini, sono ribaltati in modo sparpagliato e legato ad un palo di un cartello stradale, il cadavere di un cane. Questo sembra essere un paese abbandonato dal mondo, o forse tutto il mondo è nelle stesse condizioni, penso. Il cigolìo dell’insegna del barbiere, mossa da un leggero vento gelido, interrompe d’un tratto il silenzio. Mi dirigo verso la via principale fino a fiancheggiare l’ingresso di un supermercato francese, il market dove andavo a comprare le mie birre fino a qualche tempo fa. Il negozio è chiuso, le luci sono spente e gli scaffali sembrano vuoti o quasi e anche in questo caso avverto una sensazione di terrore nel vedere dei corpi a terra nella penombra. Ma che cavolo è successo? Mi metto a correre e arrivo fino agli scalini di un altro bar, ma tiro dritto nella via principale, devo avere un aspetto orrendo e quando arrivo in prossimità di una vetrata di una banca, vedo finalmente la mia immagine riflessa dal vetro. Un volto invecchiato e scarno, pochi capelli, spettinati e grigi ed una disordinata barba per lo più imbiancata. Mi commuovo e alzo lentamente una mano fino a sfiorare la vetrina in prossimità del mio volto. Sono io, mi riconosco nonostante il tempo mi abbia cambiato parecchio e mi tremano le gambe, tanto da perdere quasi l’equilibrio. “Psssst, psssst” – Un sibilo mi riporta alla realtà, mi guardo attorno. Un anziano dalla finestra del piano terra della sua abitazione, richiama la mia attenzione. Un uomo sulla settantina, è vivo. Mi avvicino con cautela alla finestra, l’uomo si ritrae e senza mostrarsi mi domanda chi fossi. Gli spiego che svegliandomi ho trovato uno scenario drammatico, del quale non conservo memorie. L’uomo allora mi mostra il suo volto e mi spiega tutto: “Siamo degli ospiti indesiderati e loro hanno ottenuto quello che volevano” – Gli rispondo che non capisco e lui riprende – “si è insediato un unico governo a livello mondiale ed hanno stabilito di ridurre fortemente la popolazione per salvare il clima e salvaguardare i loro porci comodi. Vogliono un mondo tutto loro, a loro completa disposizione, sono un centinaio di migliaio di persone in tutto e se si accorgono della nostra esistenza, ci faranno fuori così come hanno fatto per la maggior parte dei popoli terrestri. Hanno iniziato a creare virus mortali negli anni passati e a chi fosse sopravvissuto hanno somministrato dei sieri, convincendoli che fossero benefici ed invece non servivano ad altro che ad eliminare i pochi superstiti. Poi un giorno ci hanno invaso di potentissime scie chimiche, che altro non servivano che a farci perdere conoscenza, in modo tale che avessero avuto il tempo di scovarci ed eliminarci nel sonno”. – Scioccato, chiedo all’uomo in che anno siamo e lui con precisione risponde – “Siamo nel 2027, 3 gennaio del 2027 e tu non dovresti startene in giro liberamente, questi figli di puttana hanno dei satelliti in grado di informarli se ci fossero forme di vita che non siano loro o la loro vigilanza a muoversi sulla faccia della terra, sei matto”! Penso ai miei genitori e guardo nella direzione del loro palazzo ormai vicino, penso alla mia famiglia e provo un lancinante dolore e chiedo all’uomo se sapesse in quanti siamo rimasti in questo paese – “Non saprei dirti, forse non arriviamo a 20 persone. Alcuni sono in fin di vita, le provviste sono ormai finite, non abbiamo né luce, né acqua. Sono ormai mesi che viviamo in queste condizioni e arriveremo a desiderare la morte. E’ la fine amico mio”. Ma come può essere accaduto? Mi domando – “La gente” – interviene il vecchio – “La gente non ha mai capito l’inganno e invece di dubitare, si è sempre affidata alle loro direttive senza batter ciglio. I ribelli sono stati i primi a morire e sai che fine hanno fatto? Sono stati catturati proprio dagli stessi cittadini fedeli al sistema e consegnati al potere, già, gli stessi cittadini che poi sono stati fatti morire come cani, proprio come gli stessi ribelli e senza nessuna pietà. Hanno diviso scientemente la popolazione, trovando piena collaborazione nella stragrande maggioranza del popolo e quando le carte erano scoperte, ormai era troppo tardi. Qualcuno, dopo aver realizzato di essere stato ingannato si è tolto la vita. Ci sono stati parecchi suicidi. Altri si sono spenti improvvisamente a causa delle schifezze tossiche insediate nei sieri. Morivano a centinaia al giorno. Il 2023 è stato l’anno peggiore! Nel 2024 la gente ha cominciato a capire, ma ormai stava per insediarsi la nuova unità di governo mondiale e non appena salita al comando, è stata fatta esplodere una potente bomba nucleare sulla Russia, l’unico paese dissidente. Sono morti tutti e da allora il declino è stato incessante”. – Mi allontano lentamente dall’uomo senza proferire parola e mi dirigo lentamente verso il palazzo dei miei – “Dove vai? Ma che ti prende? Vuoi farti beccare? – Chiede l’uomo – Mi giro verso di lui, alzo un braccio in segno di riconoscenza e mi allontano senza fiatare. Eccolo il cancello del palazzo dei miei. E’ chiuso ed arrugginito, non essendo in grado di scavalcarlo, cerco di forzarlo, ma nulla da fare. Percorro il perimetro del cortile e trovo finalmente un punto d’ingresso. Attraverso sterpaglie e rovi e mi ferisco al volto e ad una mano. Finalmente arrivo al portone che porta alle scale. Mi avvio a piedi sino al terzo piano, sento che le forze mi stanno abbandonando, ma non mi fermo. Gli odori che sento durante la salita a piedi, ve li risparmio e giungo così davanti alla porta di casa dei miei. Mi ci appoggio e scoppio in un pianto liberatorio, poi cerco di ricompormi e giro la maniglia. La porta blindata è chiusa e provo ingenuamente a bussare e poi torna a regnare di nuovo quel maledetto silenzio. Passa un’ora circa e capisco che non ho modo di entrare in casa. Scendendo rassegnato dalle scale sento una voce decisa proveniente dal cortile sottostante – “Dev’essere da questa parte”! Vedo tre uomini palesarsi di fronte a me appena sceso in cortile. Indossano delle divise nere con delle mostrine argentate e dei simboli che non conosco sulle maniche. Mi ricordano i nazisti visti nei film sull’olocausto, ma non mi fanno paura. Mi chiedono di seguirli, ma non mi muovo e mi scappa da ridere sulle loro facce prive di umanità e del tutto inespressive. Sembrano stupidi robot telecomandati a distanza e invece sono gli uomini del 2027. Continuo a ridere e loro si guardano l’un con l’altro, si avvicinano lentamente e in due mi afferrano un braccio e poi un altro. Guardo negli occhi uno di loro e sussurro: “continuerò a vivere da uomo libero”. Poi, il buio assoluto… …Il gracchiare di una cornacchia mi sveglia all’improvviso, il molesto rumore di una serranda che si alza, un motorino sfreccia sulla provinciale, la voce della vicina al telefono, un aereo sorvola la città ed una farfalla si posa su un fiore in giardino. Sono nuovamente nel 2022 e sento che ci sono ancora i presupposti per immaginare un lieto fine.
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